Ciao, innanzitutto ti
puoi presentare: chi sei e da dove arrivi?
Ciao Andrea,
bentornato, è un piacere essere ospite
del tuo blog. Mi chiamo Veronica Navarra e sono italo-uruguaiana. Sono arrivata
in Italia nel 2002 e attualmente vivo e lavoro nella bellissima città di
Torino, anche se ogni tre mesi circa mi
sposto per qualche giorno a Milano per effettuare i corsi di aggiornamento che
interessano il mio lavoro.
Qual è il tuo lavoro
di preciso: di cosa ti occupi?
Sono una Coach, più
nello specifico una “Coach per studenti”,
anche se naturalmente realizzo altri tipi di consulenze. Il punto, secondo me,
è che il Coaching abbraccia tutti gli aspetti della vita delle persone, quindi,
dal mio punto di vista, è opportuno che ognuno di noi tenti di specializzarsi
in quelli più affini alla propria personalità e al proprio vissuto.
In primo luogo mi occupo
di fornire informazioni a tutte quelle persone che intendono diplomarsi in
maniera autonoma, vale a dire, senza frequentare una scuola privata. In
proposito, fornisco le informazioni burocratiche richieste per iniziare il
percorso e vorrei precisare che sono l’unica in Italia a fare questo mestiere.
In seguito, aiuto lo studente, nella maggior parte dei casi non più
giovanissimo, a raggiungere i suoi obiettivi scolastici, fornisco il materiale
di studio e lo seguo come Coach fino alla fine del suo percorso.
Il mio mestiere è
semplice quando si tratta di persone giovani, ma i miei clienti sono perlopiù persone
che lavorano, con una famiglia alle spalle e alcuni problemi economici, e
talvolta questi fattori possono risultare un impedimento per poter studiare in
tranquillità. Ed è in questi casi che il Coaching diventa fondamentale: bisogna
fare in modo che queste persone imparino a riorganizzare il proprio tempo, a
superare gli ostacoli, a mantenere viva la motivazione e a focalizzarsi nei
propri obiettivi nonostante i mille impegni quotidiani.
Inoltre, il
conseguimento del diploma da adulti causa diversi problemi nei nuclei
famigliari poco compatti i cui membri non si supportano a vicenda e, anche in
questo caso, il lavoro del Coach è fondamentale.
La mia opinione è che
per fare questo lavoro si debba essere portati, quindi, a mio avviso, il
percorso inizia fin dall’adolescenza, quando capisci il tuo interesse per certe
tematiche. Per quanto riguarda la mia formazione ho iniziato fin da giovane,
studiando psicologia nell’Università della Repubblica Oriental dell’Uruguay,
realizzando corsi sul Metodo Hay e la Programmazione Neurolinguistica – sempre
in Uruguay – e infine, in Italia, certificando le mie competenze con la NLP
Coaching School. Ma la mia formazione non è ancora finita e, come penso che
d’altronde capita a tutti coloro che fanno questo lavoro, continuerà finchè non
andrò in pensione perché c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare.
Nel coaching si ha a
che fare con i problemi della gente?
Sì e no. Innanzitutto
un “problema” è qualcosa di soggettivo. Ciò che per qualcuno può essere un
problema, per qualcun altro può essere un’occasione. Le difficoltà oggettive
non esistono, si trovano soltanto nella mente delle persone. Il Coaching ha a
che fare con il raggiungimento degli obiettivi e con lo sviluppo della propria
eccellenza. Interessa il modo in cui le persone si approcciano alla realtà
circostante e insegna a esprimere a pieno il proprio potenziale. Tramite il
Coaching cerchiamo di individuare, nel minor tempo possibile, le nostre qualità
per poi prendere quel potenziale latente e renderlo manifesto con il nostro
operato.
Se si l’obbiettivo è
risolverli? E come? (con che strumenti)
Il Coaching – che è
diverso dal Counseling – parte dal presupposto che ogni “problema”
porta con sé una soluzione. Dato che i “problemi” sono soggettivi, quindi
creati nella nostra mente, l’unica persona che può risolverli è, appunto, colui
che ha creato il dilemma. Quindi, partendo da queste premesse, il Coach ascolta
il proprio Cliente e, tramite alcune domande di precisione, riesce a far
ragionare l’interlocutore il quale troverà da sé la soluzione. In altre parole,
il Coach è una persona che ti stuzzica!
Vorrei soltanto
precisare che il Coaching per studenti è
leggermente diverso, e talvolta si danno consigli per migliorare il proprio metodo
didattico. Ma per tutto ciò che concerne la sfera personale i consigli sono
banati. Poi, se si vuole andare a prendere un caffè insieme in amicizia, fuori
dalla sessione di Coaching, e dare dei suggerimenti, è un altro discorso.
Sei d’accordo che c’è
molta improvvisazione in questo campo?
Credo che
l’improvvisazione ci sia in tutti i campi. Di solito le persone tendono a
svolgere i lavori più redditizi, quelli che “vanno di moda”, piuttosto che fare
quello che veramente amano e nel caso del Coaching, se ti fai un bel giro di
clienti, riesci a guadagnare bene. Ma, insisto, l’improvvisazione c’è ovunque.
Oggigiorno, chiunque può fare qualsiasi cosa, basta avere la faccia tosta ed
essere menefreghisti nei confronti delle esigenze altrui.
Cosa diresti ad un
tuo “collega” che non ha alcun titolo?
Innanzitutto vorrei dire che personalmente non credo molto nei
titoli ufficiali, in quanto, a mio avviso, la caratteristica fondamentale per poter
svolgere questo lavoro con successo – per il Cliente – è quella di essere portati. I corsi servono
perché ti aiutano a raffinare le tue competenze – che comunque ritengo che
siano innate – e a conoscere altre persone come te che con le quali scambiare
pareri ed esperienze. Ma non è il pezzo di carta che fa di te un Coach. In PNL
si dice spesso che “ciò che conta sono i risultati”, questo significa che se possiedo
dieci attestati, ma i miei clienti non raggiungono i propri obiettivi, questi
attestati servono a ben poco. Viceversa, se una persona che ha fatto soltanto
le medie, riesce comunque ad aiutare gli altri, allora, per come la vedo io, va
bene così.
Cosa si deve fare per
scegliere un professionista serio?
Secondo me, la serietà
e l’affidabilità di un Coach si misura
esclusivamente in base ai risultati ottenuti. A mio avviso, questi risultati
devono non solo puntare al raggiungimento degli obiettivi dei Clienti, ma
soprattutto a renderlo indipendente, aiutandolo a modificare il suo modo di
ragionare e di rapportarsi con la realtà. Se, ad esempio, sono tre anni che
Tizio va dallo stesso Coach e senza di lui non riesce a raggiungere nemmeno un
obiettivo, il problema non è di Tizio, ma del Coach.
Secondo il mio parere,
l’obiettivo ultimo di un Coach deve essere quello di “liberare” il Cliente dai
suoi modelli mentali limitanti, fornendogli gli strumenti giusti in modo che
possa iniziare a percorrere la strada da solo.
Qual è il pericolo
nell’imbattersi in un “improvvisato”?
A mio avviso, il
pericolo maggiore per il cliente, soprattutto se questo è debole o si trova in
un periodo confuso della propria vita, è quello di rischiare di diventare
dipendente dal Coach. Ogni tanto mi capita di litigare con i miei studenti
quando dico “non voglio più sentirvi per tre mesi!”, all’inizio non
comprendono, e si sentono abbandonati e traditi. Lo faccio per il loro bene,
perché devono imparare a camminare da soli utilizzando gli strumenti da me
forniti. Non mi interessa avere degli zombie che mi seguono e fanno tutto ciò
che dico loro di fare, ma persone libere di agire e di sviluppare le proprie
competenze. Quindi, per rispondere concretamente alla tua domanda, il pericolo
è quello di idolatrare il Coach e di stabilire con lui un rapporto di
dipendenza e morbosità, perché chi fa questo lavoro con leggerezza dimentica
che il protagonista è il Cliente e non il Coach!
Ricordatevi sempre una
cosa: i Coaching vi rende liberi, altrimenti non è Coaching.
Cambiando discorso ho
notato che gestisci un bellissimo ed utile sito, me ne parli (del progetto)?
Grazie Andrea. Il
progetto, unico in Italia, consiste nel dare la possibilità a ogni persona di
prendere il diploma di scuola superiore in maniera autonoma, cioè da privatista.
Oggigiorno sembrerebbe che lo studio sia diventato un privilegio e non un sacrosanto
diritto di ogni individuo. Privatisti Punto Com , oltre a fornire gratuitamente
tutte le informazioni richieste per iniziare queste percorso, offre la
possibilità di diplomarsi spendendo una cifra onesta e, naturalmente, essere
seguiti da una Coach Professionista. A proposito, chiunque volessi collaborare
con il Progetto, scrivendo articoli di Coaching per i miei studenti è pregato
di contattarmi. Sono sempre alla ricerca di nuovo collaboratori!
Quanto tempo ci
dedichi?
Fra gli aggiornamenti
del sito, la spedizione del materiale e il servizio di Coaching, circa dieci
ore al giorno.
Mi dai qualche
riferimento per contattarti?
veronicanavarra@yahoo.it mail personale
http://privatisti.com/blog
il Progetto Privatisti Punto Com
http://sichepuoi.com/veronica il mio blog trilingue di crescita personale
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